COGNOME |
Gasperini |
NOME |
Albertina |
DATA DI NASCITA |
11/02/1887 |
LUOGO DI NASCITA |
Bologna |
DATA DI MORTE |
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LUOGO DI MORTE |
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STATO CIVILE |
coniugata |
TITOLO DI STUDIO |
Licenza elementare |
PROFESSIONE |
ricamatrice |
APPARTENENZA POLITICA |
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ISCRIZIONE A UN PARTITO |
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ORGANIZZAZIONE SINDACALE |
Federazione lavoranti Sartorie per Signora della Camera del Lavoro di Bologna e Provincia |
LUOGHI DI ATTIVITÀ |
Bologna |
PROFILO BIOGRAFICO
Albertina Gasperini, di professione ricamatrice, nacque a Bologna il giorno 11 febbraio del 1887 da Angelo e da Carlotta Fanti. Una spiccata sensibilità verso le condizioni delle donne lavoratrici e i problemi legati all'occupazione femminile la spinsero verso l'attività sindacale e fu l'organizzatrice dello sciopero delle sartine avvenuto in città nell'anno 1909. In tale anno, l'Unione Professionale Femminile aveva promosso la mobilitazione delle sartine chiedendo un miglioramento delle condizioni di salario e la riduzione dell'orario di lavoro. L'agitazione aveva determinato la disponibilità, da parte dei proprietari dei laboratori, alla concessione di incrementi salariali seppure modici, ma veniva negata ogni apertura in merito alla riduzione dell'orario di lavoro. Pertanto, nell'ottobre del 1909 presso la sede dell'allora Società operaia sita in via Cavaliera 22, oggi via Oberdan, Albertina, con il sostegno di Argentina Bonetti Altobelli, Segretaria della Federterra e componente della Commissione esecutiva della Camera del Lavoro, organizzò il primo sciopero delle sartine che ebbe inizio il 2 novembre del 1909. Molte sartine, dapprima aderenti alla mobilitazione promossa dall'Unione Professionale Femminile, non ritenendone sufficiente la tutela, si allontanarono dall'Unione e si unirono all'azione promossa dalla Camera del Lavoro. Lo sciopero si protrasse per quindici giorni con astensione totale dal lavoro e si concluse con un accordo tra i proprietari dei laboratori e la Camera del Lavoro siglato presso lo studio dell'avvocato Alberto Calda. L'accordo prevedeva un aumento delle tariffe del 10%, la riduzione dell'orario di lavoro a 9 ore per sei mesi all'anno e 9 ore e mezzo per gli altri sei mesi e il divieto di licenziamento in tronco. Nel 1910 fu Segretaria della Federazione lavoranti Sartorie per Signora della Camera del Lavoro di Bologna e Provincia. "Per quanto non più giovane" aderì alla lotta di Liberazione e, con il marito Baldino Baldini, fu impegnata nei collegamenti con le brigate partigiane, nella divulgazione dei fogli clandestini dell'Avanti e dell'Unità e nella custodia e distribuzione delle armi per le operazioni in città offrendo l'abitazione come base per le riunioni dei capi della Resistenza. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
[AA.VV. "Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919 - 1945)", Comune di Bologna - Istituto per la storia di Bologna, Bologna 1986;
AA.VV. "Il sindacato nel bolognese - Le Camere del Lavoro di Bologna dal 1893 al 1960, Ediesse, Roma 1988.]
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scheda compilata da: Anna Salfi