Losi Delfina (1893-1972)

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COGNOME Losi
NOME Delfina
DATA DI NASCITA 29/01/1893
LUOGO DI NASCITA Borgonuovo Val Tidone (PC)
DATA DI MORTE 20/01/1972
LUOGO DI MORTE Borgonuovo Val Tidone (PC)
STATO CIVILE coniugata
TITOLO DI STUDIO Licenza elementare
PROFESSIONE bracciante agricola
APPARTENENZA POLITICA socialista
ISCRIZIONE A UN PARTITO Partito socialista italiano
ORGANIZZAZIONE SINDACALE Lega femminile di Borgonuovo; Cgil: Federbraccianti
LUOGHI DI ATTIVITÀ Borgonuovo Val Tidone (PC)
 
PROFILO BIOGRAFICO

Figlia di braccianti agricoli della provincia piacentina, Delfina ottenenne la licenza elementare grazie al sostegno della proprietaria dell’azienda agricola per cui lavorava la famiglia e della maestra della scuola locale che, riconosciutene le capacità e l’impegno, la sostenne fornendole i libri necessari allo studio.

Iniziò a lavorare a servizio nelle famiglie del luogo per poi divenire bracciante agricola, come i genitori. Da sempre sensibile alle tematiche sociali e alle condizioni lavorative dei braccianti – per la licenza elementare aveva scritto un tema dal titolo: “Non dire mai, domani al povero” – divenne attivista sindacale e nei documenti della locale Camera del Lavoro risulta come “rappresentante della Lega femminile di Borgonuovo".

Dal 1914 partecipò alla campagna contro l’intervento dell’Italia in guerra e scrisse articoli pacifisti sul locale giornale "La voce proletaria".

In quegli stessi anni si iscrisse la partito socialista, cui restò sempre “fedele”, pur definendosi vicina alla corrente massimalista.

Le difficoltà giunsero nel primo dopoguerra e con l’avvento del fascismo. Delfina rifiutò di prendere la tessera del partito; questo e la volontà di non esporre la bandiera in occasione delle manifestazioni ufficiali, la posero sotto il costante controllo della polizia del regime. Decisa a non iscriversi al partito, preferì emigrare: nel 1923 si trasferì a Parigi dove trovò lavoro in una trattoria. Tuttavia nel 1925 fu costretta a rientrare in Italia per sostenere la sorella malata. Nel 1933 si sposò con Giuseppe Razza, da cui ebbe una figlia, Maria. Carlo era vedevo e aveva un figlio dal precedente matrimonio, che finì tragicamente la sua vita nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, avendo fatto la scelta della lotta partigiana.

Candidata per il Psi alle elezioni comunali del 1946, Delfina fu eletta consigliera comunale nella lista socialcomunista di Borgonuovo ed entrò anche nella giunta municipale.

 
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Bibliografia
  • Maria Vittoria Gazzola, Delfina Losi, donna in lotta per la libertà di lavorare, in "Libertà", 8 marzo 2012.
  • Romano Repetti, Due donne protagoniste dell’opposizione al fascismo, in "Studi Piacentini", n.s., n. 42, 2012, pp. 157-181.
  Immagine del profilo tratta da: Maria Vittoria Gazzola, Delfina Losi, donna in lotta per la libertà di lavorare, in "Libertà", 8 marzo 2012.
 
IMMAGINI
 
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CREDITS
scheda compilata da: Elena Musiani