Lodi Adriana (1933-)

Adriana Lodi
COGNOME Lodi
NOME Adriana
DATA DI NASCITA 29/09/1933
LUOGO DI NASCITA San Giovanni in Persiceto (BO)
DATA DI MORTE
LUOGO DI MORTE
STATO CIVILE Vedova
TITOLO DI STUDIO Avviamento commerciale
PROFESSIONE operaia
APPARTENENZA POLITICA comunista
ISCRIZIONE A UN PARTITO Partito comunista italiano
ORGANIZZAZIONE SINDACALE Cgil: Federazione lavoratori chimici; Camera del Lavoro di Bologna; Federbraccianti
LUOGHI DI ATTIVITÀ Bologna
 
PROFILO BIOGRAFICO

Adriana Lodi è nata a San Giovanni in Persiceto (BO) nel 1933 da una famiglia di estrazione operaia, che pochi anni dopo la sua nascita, nel 1937, si trasferì a Borgo Panigale. Terminata la scuola di avviamento professionale, iniziò a lavorare a 15 anni come operaia prima stagionalmente presso una fabbrica di dolciumi e, in seguito, in una saponeria che impiegava prevalentemente donne.

In questo contesto maturò il suo impegno politico-sindacale che la portò ancora minorenne a iscriversi al Partito comunista e alla Cgil. Nel 1949, a soli 16 anni, venne eletta nella Commissione interna della saponeria dove lavorava, per il suo impegno per la parità salariale e in particolare per l’ottenimento di un premio di produzione più equo a favore delle ragazze.

Il passaggio dalla fabbrica al sindacato fu scandito dalla partecipazione nell’agosto 1950 alla scuola sindacale di Gallo Bolognese, al termine della quale entrò a far parte della Federazione lavoratori chimici del bolognese.

Li, tra il 1950 e il 1955 svolse  sia mansioni di carattere tecnico-amministrativo che politico. In breve entrò a far parte della Segreteria dello stesso sindacato e della Commissione giovanile della Camera del Lavoro di Bologna.

Nel 1955, a soli 22 anni divenne responsabile della Commissione femminile della Camera del lavoro di Bologna. Dal 1956 al 1960, pur mantenendo il precedente incarico divenne membro della Segreteria della Federbraccianti provinciale di Bologna, nell’ambito della quale si occupò in particolare delle condizioni delle donne contadine. In questi anni, si impegnò in particolare per l’applicazione della parità salariale e per l’abolizione del coefficiente Serpieri in agricoltura, in virtù del quale il lavoro femminile era fortemente svalutato.

Nel 1960, divenne Segretario generale dei lavoratori chimici e petrolieri della provincia di Bologna e nello stesso anno venne eletta in Consiglio comunale a Bologna. Tra il 1962 e il 1963, dopo una pausa dal lavoro sindacale dovuta alla nascita del secondo figlio, lavorò presso l’Ufficio Studi della Camera del lavoro di Bologna. Mantenne il doppio incarico fino al 1963, quando lasciò il sindacato per dedicarsi all’attività di partito.

Da quel momento fino alla fine del 1965 fu responsabile della sezione femminile del Pci bolognese, dopo essere entrata alcuni anni prima nel Comitato direttivo e federale della stessa federazione. Nuovamente rieletta alle elezioni del 1964 entrò a far parte della giunta Dozza, come Assessore ai problemi del lavoro, all’anagrafe e ai servizi elettorali, assumendo poco dopo “ad interim” anche gli assessorati all’assistenza, igiene e sanità.

Nel 1966 con la nuova giunta Fanti divenne Assessore all’assistenza e ai servizi sociali, ricoprendo tale incarico fino al 1969 quando entrò in Parlamento tra le fila del Pci, dopo le dimissioni di Luciano Lama. In quegli anni, si impegnò in particolare per la costruzione di una rete di asili nido comunali, che porterà ad inaugurare il primo nido bolognese nel 1969 in anticipo rispetto alla legge nazionale del 1971, di cui lei stessa sarà fautrice. Sederà nuovamente tra i banchi del Consiglio comunale di Bologna tra il 1980 e il 1985.

Dal 1969 al 1992, durante il suo mandato parlamentare, continuò ad occuparsi di problemi già affrontati come sindacalista e amministratrice tra cui: assistenza, lavoro, condizione femminile, previdenza, autonomie locali, temi sui quali presentò numerosi progetti di legge come prima firmataria.

La sua attività di parlamentare si concluse nel 1992, negli anni Novanta presiederà l’Associazione culturale di studi e ricerche Europa 2000.

Attualmente risiede ad Ozzano dell’Emilia.

 
FONTI E BIBLIOGRAFIA

Fonti archivistiche

  • Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, Archivio del PCI Federazione di Bologna (1945-1991), Materiale di lavoro di Adriana Lodi.
  • Archivio privato di Adriana Lodi, Note biografiche di Adriana Lodi.

Bibliografia

  • Eloisa Betti, Elisa Giovannetti, Senza giusta causa. Le donne licenziate per rappresaglia politico-sindacale a Bologna negli anni Cinquanta, Bologna, Editrice Socialmente, 2014, pp.132-136.
Fonti iconografiche
  • Immagine del profilo: Archivio privato di Adriana Lodi
     
 
IMMAGINI
 
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CREDITS
scheda compilata da: Eloisa Betti